genitori

I genitori sono oggi alle prese con la sfida di educare i figli nel complesso mondo dei Social Media. Un gruppo di loro, dopo un percorso di riflessione e confronto, ha deciso di mettere in comune quello che hanno condiviso e scriverlo in un Manifesto.

Dove i consigli sono in positivo, e dove l’obiettivo non è proibire, ma far diventare la rete internet e i social media un luogo di benessere per i propri figli. E attuando una originale campagna di comunicazione che coinvolge, partendo dalla scuola, le amministrazioni comunali locali, gli esercizi commerciali, le associazioni e le parrocchie. Puntando a far diventare i messaggi del Manifesto un motivo di riflessione per tutta la comunità.

Questo sta accedendo a Roveredo in Piano e San Quirino (Pordenone), dove in queste settimane di inizio 2018, in molti negozi ed esercizi commerciali, ma nelle farmacie, edicole e nelle sedi di associazioni e parrocchie, sono comparsi alcuni banner con messaggi rivolti ai genitori. Non sono messaggi pubblicitari, ma messaggi educativi. Sono le singole frasi del Manifesto.

Il progetto è nato nello scorso Anno Scolastico da un corso di formazione svolto a Marzo del 2017 e organizzato dall’Istituto Comprensivo di Roveredo. Il corso è stato condotto dagli esperti dell’Associazione Media Educazione Comunità (da molti anni impegnata sul fronte dell’educazione ai media) e aveva come titolo “Generazione Smartphone. Scriviamo insieme le regole”. Il corso era finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia all’interno del bando del Progetti Speciali.

Questo corso ha suscitato l’interesse di molti genitori dell’Istituto Comprensivo di Roveredo in Piano – oltre 80 partecipanti – che accompagnati dai formatori dell’associazione MEC hanno prima discusso tra loro e poi raccolto in un documento alcune indicazioni positive su un utilizzo educativo di smartphone, Tablet, PC e videogiochi. Spunti ed idee scaturite durante gli incontri del corso, che poi è proseguito su richiesta dei genitori, proprio per la realizzazione di un vero e proprio Manifesto.

Tutti i contenuti e le singole parole sono emerse direttamente dai genitori stessi. Altro elemento di interesse e novità è costituito dal fatto che tutte le regole sono declinate al positivo. Non si tratta di uno dei tanti decaloghi, non ci sono semplici diktat imposti dall’alto, ma azioni positive proposte con lo scopo di aiutare i genitori a gestire i social media in famiglia, e soprattutto ad aumentare il benessere dei propri figli. Ma anche ovviamente di suscitare una riflessione, un pensiero, una visione educativa comune, tra diversi soggetti educativi (genitori, insegnanti, allenatori sportivi, parroci, educatori, medici e farmacisti).

L’idea condivisa dagli estensori del Manifesto è quella di stimolare la nascita di una responsabilità collettiva nei confronti dei più piccoli, e una presa di posizione adulta che mira alla tutela della loro salute fisica e mentale nonché alla diffusione di pratiche di vita salutari e di relazioni più sane e costruttive.

Mai come in questo momento storico le alleanze educative risultano fondamentali per arginare l’emergenza, da qualche anno evidente, dello scollamento tra il sistema scuola e quello famiglia (quest’ultimo spesso disgregato al suo stesso interno), con una sempre minore fiducia nelle Istituzioni, con graduale venir meno di quelle agenzie sociali ed educative che da decenni rappresentavano un punto di riferimento stabile (una su tutte le parrocchie e gli oratori), con un impoverimento di modelli positivi e di valori condivisi. La capillare diffusione della tecnologia in parte rischia di  aumentare questa dinamica di isolamento e di diffidenza; entra fin dalle più tenere età nella vita dei bambini, ne condiziona le scelte e gli stili di vita e comportamento, a volte coglie impreparati gli adulti che dovrebbero orientare i bambini e gli adolescenti; in particolare sta creando grossi problemi ai genitori, che spesso non sanno come gestire i social media e i dispositivi che loro stessi mettono sempre prima nelle mani dei figli.

Dunque il Manifesto è una possibile risposta. Una risposta di comunità, che parte dai genitori e si rivolge a tutti. Unisce la scuola (l’Istituto Comprensivo è soggetto promotore), le famiglie (i genitori hanno scritto il manifesto e hanno costituito un gruppo di lavoro per la sua diffusione), le Amministrazioni Locali (gli assessori dei Comuni di Roveredo e San Quirino hanno dato supporto attivo al progetto di diffusione e alla campagna di comunicazione avviata in queste settimane, in primis sensibilizzando i commercianti e le associazioni sui territori comunali). A dimostrazione che le alleanze sono possibili.

Prossimi passaggi sono l’apertura di un sito internet dedicato al manifesto, l’avvio di una campagna Social, e l’organizzazione di un incontro di presentazione pubblico alla cittadinanza di Roveredo in Piano e di San Quirino per meglio condividere i contenuti e le idee raccolte nel Manifesto, alla fine del mese di Gennaio 2018.

Alla presenza dei genitori promotori, delle autorità scolastiche e delle amministrazioni comunali, e dove verrà coinvolta la figura del Garante per la tutela dei diritti della persona.

Gli autori del “Manifesto” coinvolgeranno i presenti in una discussione di riflessione su un argomento piuttosto “caldo” quale quello dell’uso quotidiano della tecnologia, tema che tocca da vicino adulti e bimbi di tutte le età.

Gli alunni delle scuole secondarie di Roveredo in Piano e San Quirino nei prossimi mesi saranno impegnati in una attività di scrittura del “loro” Manifesto; infine nel mese di Maggio sarà organizzato un incontro conclusivo del progetto con la partecipazione dei PAPU che, come di consueto, aiuteranno tutti i presenti a riflettere, sorridendo.

Per saperne di più visitate il sito https://www.manifestogenitori.it/

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