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“Uniamo le forze per combattere il Cyberbullismo nelle scuole”

 

L’Associazione Media Educazione Comunità è partner italiano del progetto Europeo “Joining Forces to Combat Cyber Bullying in Schools“, finanziato attraverso il programma “Daphne” con la partecipazione di
5 nazioni europee: Germania, Italia, Slovenia, Ungheria, Polonia. Il cuore del progetto consiste nel promuovere una cultura di gestione positiva dei conflitti nella scuola attraverso la sperimentazione di nuove strategie e metodi per prevenire, ridurre e risolvere i conflitti nelle scuole, con una particolare attenzione ai fenomeni di cyberbullismo, in costante crescita negli ultimi anni (come dimostrato da recenti studi nazionali ed europei quali “Eu Kids Online” e “Net Children Go Mobile”). Crescita che ha visto un’accelerazione significativa con la diffusione degli smartphone che permettono ai ragazzi un accesso personalizzato e pervasivo alla rete e ai Social Networks con nuove e sottili forme di rischio di esposizione dei ragazzi e violenza psicologica nelle loro relazioni.

Le 4 azioni principali del progetto
Il progetto prevede quattro linee principali di azione da sviluppare nelle scuole partner:
1. Informazione e sensibilizzazione sul cyberbullismo
Incontri, attività e distribuzione di materiali informativi rivolti a studenti, personale scolastico e genitori al fine di sensibilizzare ai temi del progetto non solo i ragazzi ma anche il maggior numero di persone coinvolte nella loro educazione scolastica, relazionale e valoriale. Recenti studi sui progetti di gestione dei conflitti a scuola confermano l’importanza fondamentale per il loro successo del più ampio coinvolgimento della “comunità educante”.
2. Formazione del personale scolastico al metodo N.B.A.
Per quanto la mediazione tra pari possa dare risultati molto positivi nella risoluzione dei conflitti, ci saranno sempre situazioni in cui l’intervento degli adulti è necessario. A questo fine si intende introdurre la metodologia del “NBA, No Blame Approach” (da noi rielaborato in “approccio della responsabilità di classe”, adattandolo al contesto italiano), sviluppato originalmente in Inghilterra e applicato con risultati molto positivi a livello internazionale e sperimentato da noi in Italia con i dovuti adattamenti. Un metodo che, in estrema sintesi, punta a non colpevolizzare e isolare l’autore degli atti di Bullismo e Cyberbullismo, ma coinvolgerlo attivamente nella risoluzione dei problemi da lui generati responsabilizzandolo e ricercando soluzioni condivise con i suoi coetanei.
3. Creazione di un “Gruppo di Mediazione tra pari”
Attivazione di un gruppo di studenti che attraverso un percorso formativo mirato acquisisca competenze di mediazione per la gestione e risoluzione di conflitti interpersonali sia di persona che on-line. Il fine è dare loro gli strumenti per offrire ai loro compagni e coetanei un servizio di mediazione nella gestione dei diverbi e delle tensioni interpersonali in piena linea con gli obiettivi della peer education, al fine di limitare per quando possibile la loro degenerazione in conflitti gravi e la necessità di intervento da parte degli adulti.
4. Campagna web internazionale
Da metà novembre è iniziata la campagna internazionale online contro il cyberbullismo, per estendere il pubblico ma soprattutto l’attenzione a questo tema molto dibattuto, in collaborazione con Zeroidee. Il materiale è stato realizzato insieme a ragazze e ragazzi di diverse parti d’Europa durante il campus creativo che abbiamo coordinato in Italia, a Udine, nell’estate del 2016.

Obiettivi
Questi i quattro obiettivi principali perseguiti dal progetto:
1. Promuovere tra i ragazzi una maggiore consapevolezza dei rischi correlati al Cyberbullismo e alle recenti evoluzioni dei dispositivi digitali e al contempo supportarli nell’acquisizione di competenze nella gestione costruttiva dei conflitti interpersonali sia di persona che on-line
2. Sostenere lo sviluppo e il mantenimento a scuola di una sana e costruttiva cultura di risoluzione dei conflitti, tramite l’introduzione di strumenti riconosciuti internazionalmente come le “tecniche di mediazione interpersonale” e il “No Blame Approach” (approccio della responsabilità di classe), al fine di favorire un clima relazionale sano e positivo nella scuola
3. Promuovere nel personale scolastico e nei genitori maggiore consapevolezza delle dinamiche relazionali e dei rischi legati all’utilizzo dei dispositivi digitali e dell’importanza per la loro gestione positiva di competenze di gestione costruttiva dei conflitti sia a scuola che e a casa
4. Sensibilizzare attraverso i media, le comunità e l’opinione pubblica rispetto al tema del cyberbullismo da concepire non più come emergenza e fenomeno sporadico ma come realtà comune, di concreto evento dannoso e sempre più diffuso. Bisogna dunque accrescere la consapevolezza nei ragazzi, nelle famiglie, nei docenti e in chiunque si occupi di formazione.

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