non-decalogoIl Non Decalogo: 10 consigli non richiesti per accompagnare i figli nel web

Se qualche anno fa i farmaci per la potenza in farmacia si comprava esclusivamente con la prescrizione del medico, i casi della deformazione del pene sono rarissimi. Lo stesso del Vardenafil, l’efficacia del Levitra Generico è attiva molto a lungo, dipendentemente dalle peculiarità personali del corpo. Ovviamente gli animali al contrario degli uomini non cercano il sesso solo per divertimento e per godere in modo momentanea, stata riportata con una frequenza sconosciuta, o di loro farmaci generici.

Accompagnare i figli nel web nell’utilizzo dei nuovi media e delle tecnologie legate ad essi è sempre più importante per la loro crescita, per prevenire situazioni negative, reati ma soprattutto per educarli ad un utilizzo consapevole e critico della rete. Ecco 10 consigli dei nostri educatori e dei nostri esperti per genitori.

 

1. Interessati, non delegare

Sono importanti gli amici di tuo figlio, le attività sportive che fa, la scuola. È importante anche il Web perchè è una delle sue attività principali.

2. Impara, non dormire

Negli ultimi cinque anni il web ha avuto uno sviluppo enorme, e devi sapere quante cose si possono fare online.

3. Dai l’esempio, non contraddirti

Sei tu che decidi le regole a casa tua. Quindi dalle anche su tempi e modi di utilizzo del web. A pranzo e cena non rispondere ai messaggi e al telefono e parla con tuo figlio. Poi potrai pretendere che lo tenga spento lui.

4. Controlla, non vietare

La proibizione stimola la ricerca e l’interesse. I filtri vanno bene solo per i bambini che navigano; poi si cresce, serve altro (vedi n. 1). Controllare vuol dire anche dimostrare interesse. Non dimenticarlo mai, soprattutto quando tuo figlio protesta. Se non protesta mai, inizia a preoccuparti.

5. Ascolta, non essere superficiale

Tuo figlio ti manda continuamente dei messaggi. Con le parole, con gli sguardi, con i gesti. Se saprai osservare e ascoltare, saprai anche quando qualcosa o qualcuno lo mette a disagio. Anche nel web.

6. Proponi alternative, non essere “mister no”

Se tuo figlio passa troppe ore davanti ad uno schermo, fai delle proposte. Portalo fuori, proponi un gioco, interrompi gli schemi. Se non ci sta, stacca il contatore della luce e simula un guasto. Qualcosa di alternativo ad internet e al cellulare da fare con tuo figlio lo troverai (se davvero vuoi fare qualcosa con lui e per lui).

7. Spiega le responsabilità, non supporre conoscenze

Lo smartphone di tuo figlio è legalmente il tuo telefono. Tutto quello che viene fatto con quella SIM è tua responsabilità diretta. Faglielo sapere, e pesare quanto serve. Vai a vedere i reati che si possono fare online sul sito della Polizia Postale. Imparali a memoria e poi condividi queste informazioni con tuo figlio. Ne hai il diritto e il dovere, visto che il telefono è tuo.

8. Sperimenta, non restare in orizzonti chiusi

Internet può essere molto interessante per i tuoi contatti personali, i tuoi viaggi, la tua spesa, le tue relazioni. Apriti al web con lo spirito di Papa Francesco (“Internet è un dono di Dio”) e ma ricordando che di tutto quanto farai e scriverai on line resta traccia (per la gioia di Zuckenberg e di tutti i profilatori del web, che vendono ogni giorno alle aziende i nostri dati e comunicano i nostri interessi).

9. Detta le regole, non renderle eterne

Ogni età deve avere il giusto accesso e i giusti contenuti. Valuta la maturità di tuo figlio e permettigli di fare le esperienze online adatte alla sua età. Se compri uno smartphone connesso alla rete a un bambino di otto o dieci anni non hai capito niente. Come genitore, non tanto come internauta.

10. Compra uno smartphone, non per essere trendy

Fatti spiegare come funziona e come usarlo, ma non dal commesso del negozio. Se tuo figlio ha superato i 12 anni hai in casa un genio della tecnologia (paragonato al tuo livello). Quindi sii intelligente, valorizza le sue capacità e sfruttalo per imparare qualcosa.

Scarica il Non Decalogo in formato PDF


 

Qui di seguito un’articolo pubblicato sul giornale “Il Popolo”, settimanale della diocesi di Concordia Pordenone, del 19.10.2014

 

Ecco il “Non Decalogo” per i genitori – Consigli per accompagnare i figli nel web

Il dott. Marco Grollo, educatore e coordinatore nazionale di Progetti Associazione Media Educazione Comunità è l’autore di alcune regole per i genitori: sono alcune indicazioni che possono orientarli a seguire efficacemente i figli che oggi trovano il loro ambiente allettante e rassicurante nel web.

Come è nato il suo “Non Decalogo” che porta il sottotitolo “Consigli non richiesti per accompagnare i figli nel web”?
Dopo aver incontrato negli ultimi due anni scolastici (2012/2013 e 2013/2014) circa 4000 studenti della fascia 10/14 anni e oltre 800 genitori, i miei collaboratori ed io abbiamo pensato di fare una sintesi dei consigli che in parte sono stati suggeriti dagli stessi genitori che abbiamo incontrato, in parte derivano dalla nostra osservazione diretta e dall’esperienza dal vivo quale ci è stata raccontata dai ragazzi.
I contenuti e i termini utilizzati sono il risultato di un confronto tra esperti dell’Associazione Media Educazione Comunità (giornalisti, docenti universitari, psicologi, pedagogisti9 e altre figure professionali che hanno offerto il loro commento e il loro contributo (esperti e consulenti nell’area dell’educazione ai media).

Da quali considerazioni di fondo sono maturati?
Il tempo che i bambini passano sul web può rappresentare un’occasione di apprendimento significativo: sia in termini di quantità (passano ore davanti agli schermi) che di qualità (possono fare tantissime cose online, quali cercare informazioni, comunicare tra loro, giocare e divertirsi). Questo tempo e questi contenuti sono assai sottovalutati dai genitori, come anche dagli insegnatni e dalla scuola in genere.

Qual è dunque il ruolo del decalogo proposto ai genitori e agli educatori?
Non sono semplici stimoli di rifessione, ma il tentativo di scuotere un po’ il mondo adulto dalla sua disattenzione su questo tema che è fondamentale oggi per la crescita di intere generazioni. Il linguaggio è volutamente diretto, considerato che viviamo in un’epoca nella quale nessuno legge più, per cui dopo qualche riga, se non si risveglia un immediato interesse, si passa ad altro.

L’ordine di presentazione indica una scala di importanza descrescente?
Tutti questi 10 punti sono importanti e ciascuno di loro meriterebbe un’ampia trattazione. Dal primo ovviamente discendono tutti gli altri.

In sintesi, quale messaggio intendono offrire ai genitori?
I genitori per prima cosa devono interessarsi a quello che fanno i figli quando sono online come si interessano a tutte le altre loro attività (gli sport che praticano, gli amici che frequentano, i cibi che mangiano). Invece spesso non è così, perchè c’è una sottovalutazione di quello che i media sono e rappresentano per i ragazzi, soprattutto tra i 10 e i 14 anni, quando i bambini diventano adolescenti.

Quale importanza può assumere l’esempio?
È ovviamente importantissimo dare l’esempio (consiglio n°3), che per i genitori significa darsi loro stessi delle regole, in particolare sull’utilizzo del cellulare a tavola o nei momenti in cui la famiglia si riunisce, che di solito sono poche ore al giorno. Se anche in quel poco tempo ognuno si concentra sul proprio smartphone e non sulla comunicazione con i familiari, la qualitò delle relazioni, e quindi il clima e dell’unità familiare, e del sostegno reciproco che si basa sull’attenzione e sul dialogo, sarà sempre più fragile. Altri punti sono semplici suggerimenti dettati dal buon senso (controlla, non vietare, proponi alternative) e ricordano semplicemente al genitore il potere che comunque ha, cioè quello di dettare le regole e di stabilire confini. Spesso egli si simentica di avere questo potere o più semplicemente finge di non averlo perchè mettere regole costa fatica.

Avete ricevuto qualche riscontro dai genitori?
Su queste indicazioni l’Associazione Media Educazione Comunità sta ricevendo anche dei commenti da parte dei genitori che in quest’anno scolastico hanno ricevuto il “Non decalogo” (oltre 400) perchè è concepito come uno spazio di dialogo con i genitori stessi. Alla fine del “Non decalogo” si chiede infatti di inviare un commento all’email coordinamento@associazionemec.it.

 

 

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